Polizia, il codice di condotta è legge

13/02/2015

E’ entrato in vigore il Decreto delegato 11 febbraio 2015 n.13 dal titolo “Codice di condotta per gli appartenenti ai corpi di polizia”.

L’obiettivo è quello è quello di definire i parametri e i valori della professione di polizia. Il decreto delegato è adottato in attuazione della delega contenuta all’art. 2 comma 6 della legge 5 settembre 2014 n. 141 “Codice di Condotta per gli Agenti Pubblici”, e si uniforma alle linee guida contenute nel Codice Europeo di Etica per la Polizia.

Nell’ottica della prevista rielaborazione dei regolamenti dei Corpi di Polizia, particolare importanza rivestono le disposizioni contenute all’art. 7 con le quali il legislatore si prefigge di prevenire e contrastare la corruzione all’interno dei Corpi in conformità a quanto richiesto dalle Raccomandazioni in materia formulate dal Greco, Gruppo di Stati contro la Corruzione, cui la Repubblica di San Marino ha aderito tramite l’Accordo Parziale allargato del Consiglio d’Europa; inoltre il testo adottato si pone l’obbiettivo di assicurare che gli appartenenti ai Corpi abbiano elevati requisiti di professionalità, integrità ed onorabilità, oltre l’obbiettivo di assicurare la specializzazione degli stessi in indagini pro-attive di tipo finanziario (art. 3 e art. 5 comma 6).

Si tratta di interventi normativi significativi che costituiscono profili che la Repubblica di San Marino deve necessariamente affrontare e disciplinare nel proprio ordinamento al fine di allinearlo agli standard richiesti dalle organizzazioni internazionali (Gafi e Moneyval) competenti nella lotta e nel contrasto al riciclaggio ed al terrorismo. Interessante l’art. 7 che contiene disposizioni volte a prevenire ed a contrastare la corruzione all’interno dei Corpi.

Altro obiettivo è quello di introdurre meccanismi che garantiscano l’imparzialità della Polizia e che rafforzino la fiducia della collettività nel suo operato. L’art. 8 statuisce l’obbligo per gli appartenenti ai Corpi di astenersi da attività in conflitto di interesse con le mansioni svolte.

Sempre in ambito di corruzione, al fine di tutelare la persona che compie la segnalazione e di non disincentivare l’assolvimento di tale obbligo per il timore di esser oggetto di eventuali ritorsioni, è previsto che la “Polizia [debba] adotta [re] misure adeguate a garantire la riservatezza sull’identità della persona fisica che ha effettuato la segnalazione o ha sporto denuncia” (art. 9).

L’art. 10 dispone che gli appartenenti alla Polizia non possono assumere incarichi politici e svolgere attività di partito.

Così il segretario agli interni Giancarlo Venturini: “Sono soddisfatto, con questo decreto vengono recepite tutte una serie di richieste da parte degli organismi internazionali.

Internamente inoltre si risponde concretamente e si dà continuità al percorso di trasparenza intrapreso dal Paese che per questa Segreteria rappresenta un priorità”.