INTERVENTO DEL VICE-SEGRETARIO PDCS MANUEL CIAVATTA ALLA 48ª FESTA DELL’AMICIZIA

25/08/2021

Ciao a tutti amici e amiche della Festa dell’Amicizia!

Questa sera siamo qui tutti assieme per partecipare alla Festa dell’Amicizia, la vostra festa, la nostra festa.

Premetto che questa sera sostituisco su questo palco il Segretario Politico del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, Gian Carlo Venturini, attuale Capitano Reggente della nostra Repubblica, a cui vorrei che tutta la piazza rivolgesse il pensiero con un caloroso applauso.

Vorrei, inoltre, ringraziare prima di tutti gli altri, coloro che lavorano alla Festa dell’Amicizia, gli amici degli stand, gli organizzatori, i giovani, tutti coloro senza i quali questa festa non potrebbe essere realizzata. Tra di essi un pensiero particolare va agli amici della sezione di Serravalle che da 48 anni ci ospitano in questa piazza, permettendoci insieme di fare festa e di ritrovarsi per ballare, mangiare, sorridere e dedicare un po’ tempo anche alla riflessione politica del nostro Paese. Tra di essi, vorrei ricordare anche tutti coloro che non sono più qui con noi, ma ci hanno accompagnato per decenni, come i cari amici Gianfranco Terenzi, Athos Gasperoni e Angelo Ugolini.

Un ringraziamento profondo, per il loro impegno politico, ai nostri membri di Governo, a tutto il gruppo consigliare, la Direzione e le Sezioni Locali.

Permettetemi, infine, un ringraziamento da questo palco, davvero sentito, anche ai nostri atleti sammarinesi, che domani sera festeggeremo tutti insieme al tiro a volo: Alessandra Perilli, Gian Marco Berti, Myles Amine Mularoni, per averci davvero regalato dei giorni indimenticabili, grazie ai loro risultati sportivi alle olimpiadi di Tokyo, frutto di un impegno che dura da anni, e che quando è autentico porta sempre risultati sicuri; credo davvero che da loro dobbiamo prendere tutti esempio.

Proprio a partire da ciò, senza togliervi troppo tempo vorrei concentrare la mia riflessione su cinque aspetti fondamentali, e li enuncio per seguire più facilmente il discorso:

il rapporto tra San Marino e Italia; la situazione sanitaria della nostra Repubblica; la situazione politica; gli interventi svolti e quelli da svolgere; il prossimo referendum sull’aborto.

Per quanto riguarda il rapporto tra Italia e San Marino, i risultati del lavoro svolto dal nostro governo, in particolare dalla Segreteria Affari Esteri, è sotto gli occhi di tutti. Visite di Stato come quella di maggio, sono momenti storici da non dimenticare, testimonianza del rapporto di fiducia della Repubblica italiana verso la nostra Repubblica.

Anche recentemente, sulla complessa questione riguardante il riconoscimento del “pass sanitario” in Italia, grazie al lavoro del Governo, il giorno prima dell’obbligo di presentazione del green-pass, il Consiglio dei Ministri italiano si è espresso formulando una soluzione “sospensiva” al fine di consentire a tutti i sammarinesi lo stesso trattamento riservato a coloro che sono stati vaccinati con vaccini riconosciuti dal certificatore europeo.

Un altro risultato frutto di questa “relazione bilaterale” che va proprio nella direzione di confermare quanto detto dal presidente Mattarella ai nostri Capitani Reggenti: «per ogni problema è possibile trovare una soluzione di reciproca soddisfazione». Il nostro rapporto con l’Italia, da quest’anno, è un rapporto di condivisione progettuale, un sedersi al tavolo “stabilmente” per programmare insieme gli interventi utili a fare crescere sia la nostra Repubblica, sia il territorio italiano limitrofo, sia i rapporti internazionali che, separatamente ed insieme, possiamo condurre ad ogni livello istituzionale, europeo ed internazionale. Questa è la strada che si è aperta, ed è un elemento fondamentale per poter consolidare ed accrescere ogni altra relazione a livello europeo. Insieme, con l’Italia.

Anche il percorso di Associazione con l’Unione Europea, infatti, non può passare che attraverso un rapporto costruttivo e condiviso con l’Italia, che dell’Unione Europea è membro fondatore. Un rapporto da cui l’Italia stessa può trarre vantaggio, e favorire il percorso di associazione di San Marino.

Detto ciò, chiarisco subito che questo non significa mancanza di autonomia e ancor meno di indipendenza ma, piuttosto, affermazione profonda della identità e sovranità della Repubblica di San Marino che, come ogni identità si esplicita solo in una relazione. Identità e sovranità che la Democrazia Cristiana continuerà a difendere e per le quali continuerà ad impegnarsi.

Rispetto alla situazione sanitaria della nostra Repubblica, la DC sta seguendo ogni possibile sviluppo degli eventi. Primo fra tutti l’andamento del contagio.

Nei mesi scorsi abbiamo svolto una campagna vaccinale egregia che ci ha portati fuori dalla pandemia già dai primi giorni di aprile. A differenza dei grandi Stati europei, che per le 2 dimensioni e per le grandi quantità di vaccini, hanno necessitato di molto più tempo di noi, San Marino ha potuto in poco tempo raggiungere un livello alto di protezione per i propri cittadini.

Senza aver mai sottovalutato il rischio del contagio, abbiamo scelto di volta in volta, cercando di garantire alla cittadinanza tutti gli aspetti fondamentali della vita quotidiana, a partire dal lavoro, la scuola in presenza per i ragazzi e, per quanto possibile, ogni tipo di relazione familiare. Proprio perché tutti volevamo ritornare ad una vita normale.

Siamo riusciti a limitare al minimo i periodi di chiusura totale delle attività, consapevoli delle difficoltà che ciò avrebbe determinato su tante famiglie, in particolare quelle che operano nel settore turistico-ricettivo e della ristorazione.

Anche l’importante campagna vaccinale svolta, mirava a questo obiettivo, e a tutelare il più possibile la salute della gente. Sicuramente non è l’unica strada, e se si presenteranno altre possibilità di cura oltre ai vaccini, non scarteremo nessuna possibilità.

Inoltre, non potevamo e non possiamo permetterci che i servizi essenziali del nostro ospedale di Stato, a cui abbiamo dovuto rinunciare l’anno scorso, quest’anno non siano ripristinati e garantiti. Tutti gli sforzi e le risorse poste per combattere il Covid-19 hanno rallentato la cura o la prevenzione di altre malattie, che i nostri cittadini stanno soffrendo quest’anno. Serve tornare il più possibile alla normalità.

In ogni circostanza si può fare di meglio. Vorrei però ringraziare davvero di cuore tutto il nostro personale medico, infermieristico, tutti gli operatori ed operatrici della sanità, per l’umanità e la professionalità che hanno avuto nello stare vicino ad ogni nostro concittadino malato in questa pandemia. Grazie!

Ora, è pubblica la situazione attuale della dirigenza ospedaliera. Le dimissioni del Direttore Generale richiedono quanto prima il ripristino di questa funzione, fondamentale per lo svolgimento di tutte le attività ospedaliere.

Condizione “sine qua non” perché questo avvenga è quella di definire in maniera chiara e puntuale quale tipo di sanità sia utile oggi ai sammarinesi, quale tipo di ospedale sia necessario sviluppare da qui in avanti, sapendo che, peraltro, si stanno già mettendo – diciamo così – “le fondamenta” per il nuovo ospedale di San Marino.

Durante la Conferenza Programmatica PDCS del 2018 siamo partiti da una domanda: quale struttura sanitaria per un bacino di 35.000 abitanti, in un sistema universalistico capace di garantire prestazioni di alto livello a tutti indistintamente?

Oggi vi è carenza di medici in tutta Europa: le possibilità di crescita professionale, l’attuazione della libera professione e la garanzia della continuità dei servizi sono fondamentali affinché un professionista scelga di venire nella nostra struttura.

Dare seguito e continuità agli accordi che l’ISS ha sottoscritto negli anni con Bologna, con Modena, con il Policlinico Gemelli a Roma, sono opportunità che ci possono assicurare la formazione continua e la crescita dei nostri operatori.

Fondamentale è anche la riorganizzazione della assistenza territoriale nelle sue varie declinazioni, sanitarie, sociali ed assistenziali.

Vista la realtà demografica ed il prevalere della cronicità e della fragilità, dobbiamo dare rapida attuazione a soluzioni che aiutino la popolazione più anziana, quali l’ospedalizzazione domiciliare, e potenziare la lungodegenza in ospedale, le cure intermedie e l’hospice per rispondere ai bisogni e alle richieste crescenti di questa parte di popolazione. Molti di queste tematiche fanno parte del piano sanitario e socio sanitario che sarà all’esame del Consiglio Grande e Generale convocato per la prossima settimana.

Non a caso la Maggioranza, in questo mese di agosto, si sta confrontando proprio per mettere a fuoco tutte le scelte strategiche fondamentali per il brevissimo e medio termine.

Introduco questo aspetto, che è il terzo punto che vorrei trattare, perché è nota a tutti la situazione politica attuale. Le forze di Maggioranza, da circa un mese, hanno iniziato a confrontarsi profondamente sia per verificare la coesione politica “dei 44”, sia per approfondire le scelte strategiche, in particolare rispetto a quegli interventi che, a partire da visioni differenti anche se non antitetiche, richiedono un confronto ed una sintesi, a partire proprio dal Programma di Governo sottoscritto da tutti, e che vogliamo portare insieme a compimento.

Una Maggioranza, che è nata dalle “ceneri” del governo precedente, proprio per rimettere in piedi un Paese letteralmente “messo in ginocchio” dalla passata gestione fatta di incapacità, presunzione, livore e totale assenza di confronto, che ha prestato il fianco ad interessi particolari per i quali il nostro Paese ha perso credibilità, sovranità e centinaia di milioni di euro.

Per questo due forze politiche come Democrazia Cristiana e Rete, contro ogni aspettativa, sono riuscite a mettersi insieme costituendo un governo e una maggioranza insieme a NPR e Domani-Motus Liberi, che hanno consentito, già nel breve termine e nel pieno di una pandemia, di rispondere ad alcune delle necessità strutturali del nostro sistema.

Proprio perché siamo insieme per rilanciare il Paese e per contrastare quegli interessi particolari, che hanno portato solo male al nostro Paese, non spaventatevi per i “proclami” che trovate sui giornali, di chi spera in una crisi di questo governo per potere rimettere in piedi proprio quegli interessi.

Certo, la differenza di storia politica, di percorso e partecipazione alla vita politica del Paese, tra i nostri partiti e movimenti, necessita a volte di maggior confronto su alcuni interventi per trovare una “mediazione che sia virtuosa”, e concretizzare gli obiettivi condivisi nel programma di Governo. Un rinnovamento anche nel “metodo”, sottoscritto all’inizio della legislatura, che richiede di essere davvero attuato, coinvolgendo maggiormente anche le forze di opposizione. Non nascondo, però, che passare dalle parole ai fatti non è sempre facile, ed anche a questo serve rimettersi in discussione.

La visione progettuale e l’idea di sviluppo economico sociale di questa maggioranza è chiara. Tutti ritengono fondamentale puntare sulla crescita dell’economia reale per favorire posti di lavoro stabili e giustamente retribuiti ad ogni cittadino e ad ogni famiglia. Tutti ritengono fondamentali i rapporti con l’Italia, con le istituzioni europee e internazionali, al fine di crescere come Paese virtuoso e non più nell’ombra, non più nel nascondimento, non più nell’anonimato, ma nella chiarezza, scommettendo sulle competenze, e la promozione delle nostre peculiarità che ci fanno unici e irripetibili al mondo. Questa è l’idea di San Marino che abbiamo.

La gestione di questi mesi ha dato questa immagine di San Marino all’Italia e fuori dall’Italia. Chi ci vede oggi, vede un Paese che pur nella sua piccolezza è ricco di opportunità e dà la possibilità a chi sceglie di vivere qui di poter vivere nella sicurezza e nella serenità. Noi sappiamo che non è tutto così roseo, ma questo è ciò che, giorno dopo giorno, dobbiamo diventare come Paese.

Questa maggioranza, seppur con alcune evoluzioni al proprio interno anche negli assetti delle forze politiche che la costituiscono, non ha mai messo in discussione la propria volontà di andare avanti unita all’insegna del “fare”.

Sono al quarto punto del mio discorso “gli interventi fatti e da fare”. Fare il Bond non significava fare un debito per lo Stato perché il debito interno c’era già. Fare il Bond significava portare liquidità a San Marino e sapere dare fiducia a chi quei soldi doveva investirli nei nostri titoli. Titoli di uno Stato che venivano emessi per la prima volta.

Quei 340 milioni collocati sono stati acquistati da circa 180 soggetti internazionali differenti. Questo vuol dire che, non solo non ci siamo venduti a “qualcuno” di fuori ma, piuttosto, che molti hanno scommesso su di noi. Molti hanno creduto in noi.

Anche fare luce sulla situazione del sistema bancario non era un’impresa facile, sia per gli interessi in gioco, sia per la quantità di elementi da affrontare per poter rendere davvero il nostro sistema bancario sostenibile.

Da un lato abbiamo visto l’esito della Commissione d’Inchiesta, che ha chiarito alcuni aspetti che fino ad oggi rimanevano sommersi, dall’altro anche recentemente siamo intervenuti creando gli strumenti per liberare le banche dai crediti non performanti al fine di riportarle ad un’attività normale, dando loro tempo per recuperare veramente il recuperabile, senza rimanere in situazione di stallo.

Non perché siamo dalla parte delle banche piuttosto che dei cittadini, ma perché le banche sono parte di quella economia reale senza la quale l’impresa ed il lavoro di ogni cittadino non possono reggere mancando loro il supporto.

Un’altra delle riforme fatte recentemente, che sta permettendo alla politica di lavorare più agilmente e concretamente è quella del regolamento consiliare. Vorrei che fosse chiaro alla cittadinanza che abbiamo dimezzato i tempi della politica, che significa che ne abbiamo anche dimezzato i costi e aumentato la produttività normativa.

Come ben sintetizzato venerdì sera, nella prima serata politica, davanti a noi abbiamo diverse altre proposte strutturali da definire e da concretizzare. La prima sicuramente è quella di rimettere i conti pubblici in una situazione di sostenibilità.

Non possiamo più permetterci di perdere decine di milioni di euro all’anno come accaduto nell’ultimo triennio. Dal 2014 al 2016, governo a guida DC, il bilancio dello Stato era stato portato a pareggio ogni anno e il sistema bancario aveva tenuto allo shock degli scudi fiscali italiani. Nei tre anni successivi, dal 2017 al 2019, al contrario, chiudendo due banche e gestendo malamente la situazione di Cassa di Risparmio, la raccolta bancaria è passata da 6.200.000.000€ a 5.100.000.000€ e si sono persi 1.100.000.000€. Questa è la responsabilità politica del governo precedente forse più grave di tutte le altre. Una gestione economica finanziaria che ha messo il San Marino in ginocchio.

Per questo sarà fondamentale la prossima legge per risolvere il problema degli Npl, per questo non si può ritardare la riforma delle pensioni sapendo che, nel giro di 7-8 anni, il fondo pensioni se non si interviene potrebbe essere prosciugato.

Non perché qualcuno “ha rubato”, ma perché il sistema attuale non raccoglie contributi sufficienti rispetto a quanti ne servono per pagare le pensioni così come sono oggi.

Se volete un governo “che ci pensi dopo”, allora non è questo governo. Perché un governo che ci pensi dopo è un governo che non pensa al futuro del nostro Paese. Noi pensiamo a chi vive oggi, ma pensiamo anche ai nostri figli e nipoti che vivranno tra trent’anni a San Marino.

Insieme a questi, molti altri sono i punti fondamentali per lo sviluppo, a partire dal piano regolatore, ad alcune riforme economiche, come la riforma delle imposte indirette, che è necessaria per favorire le imprese e la modifica di alcuni aspetti delle imposte dirette, per riequilibrare il rapporto fra prelievo fiscale ed i servizi redistribuiti alla collettività.

La spesa pubblica annuale solo di scuola e sanità è circa 150 milioni di € all’anno. Se dividiamo il costo per 30.000 residenti significa 5000€ all’anno per ogni persona. Oltre a ciò ci sono le spese per tutti gli altri servizi di cui la cittadinanza usufruisce. Anche questo è un aspetto cui dobbiamo fare fronte ma sempre in maniera intelligente e senza gravare troppo sulla cittadinanza e sulle famiglie.

Perché per la Democrazia Cristiana la famiglia, la difesa della vita ed il benessere della persona restano al centro, e tutti questi interventi mirano, per quanto possibile, a garantire una condizione di vita “degna” ad ogni cittadino e ad ogni famiglia.

Forse, a volte, non ci riusciamo ma è questo l’obiettivo della nostra azione politica. Cercare di far sì che “ognuno possa vivere bene la propria vita” e, chi ha più bisogno, abbia anche più risposte e più sostegno. Nessuno deve sentirsi solo e senza aiuto davanti alle difficoltà della vita di ogni giorno. Non siete soli, noi ci siamo!

L’ultimo riferimento lo faccio pensando al prossimo referendum sull’aborto, che si celebrerà il 26 settembre a San Marino.

La Dottrina Sociale, cui il nostro partito fa riferimento, su questa tematica è molto chiara : la vita umana è sacra e bisogna fare di tutto per difenderla e per difendere il diritto di ogni persona di poter nascere.

Su questo tema, Papa Francesco ha ribadito più e più volte di non cedere alla cultura dello scarto. Scegliere “chi può nascere e chi no”, significa poter scartare qualcuno.

Fino ad oggi la Democrazia Cristiana ha scelto di seguire la strada dell’accoglienza e del sostegno a chi ha più necessità e ha impostato la sua azione politica a partire da questi principi. Se oggi il PDCS venisse meno a questo compito, verrebbe meno alla propria stessa identità di partito e al mandato ricevuto dai suoi fondatori che, 73 anni fa, hanno sottoscritto il manifesto fondativo. Oggi, come allora, la DC dice No all’aborto e SI alla vita!

E lo sta facendo, prima di tutto, con proposte di interventi concreti a sostegno della vita e della genitorialità, come quelli già presentati in Consiglio Grande e Generale, affinché nessuna donna e nessuna famiglia debba arrivare a considerare l’eliminazione della vita di un concepito, come la soluzione di un problema.

Concludo il mio discorso salutando tutti i giovani. Sono insegnante e ho dedicato gran parte della mia vita al servizio ai giovani e alla loro formazione e voglio parlare loro per trasmettere un po’ di coraggio: coraggio di vivere in una società non facile come quella di oggi, ma in cui è possibile continuare a sperare e ad amare.

Queste due parole ci permettono, e possono permettere loro, di continuare a mettersi al servizio degli altri, di tutta la nostra comunità, sapendo che il tempo della loro vita che dedicheranno agli altri sarà un tempo che potrà permettere a questo piccolo Paese e, indirettamente, al mondo di diventare migliore e crescere nell’amore. Questo in qualunque ambito si troveranno a vivere e a spendersi, in famiglia, nel lavoro, anche nel tempo libero.

Per chi di loro, però, sceglierà di spendersi in politica, non per avere una posizione di potere ma per servire ognuno di voi, per servire ogni cittadino e persona, questo servizio sarà davvero “alta forma di carità”, alta forma di amore.

Questa è la sintesi che, ancora una volta, la dottrina sociale cristiana dice essere il nostro fare politica. Questo è ciò che il Partito Democratico Cristiano Sammarinese deve e vuole continuare a fare.

E lo dobbiamo fare insieme, perché i cittadini vogliono idee e programmi chiari e capacità di governo. Non si accontentano più di chi denuncia i problemi, ma vogliono le soluzioni da chi ha la capacità di trovarle.

Questo è ciò che cercheremo insieme di continuare a fare, da oggi in avanti.

Viva la Democrazia Cristiana. Viva San Marino!