CGG – Mariella Mularoni Intervento Pdl ”Integrazioni alla Legge 30 novembre 2000 n.114 (Legge sulla Cittadinanza) II lettura

30/07/2019

Grazie Eccellenza,

Colleghi Consiglieri,

E’ comunque un tema su cui dobbiamo prestare attenzione, estremamente delicato per un Paese che ha più di 1700 anni di storia, “enclave” di un Paese più grande e senza confini di Stato con quest’ultimo.

Negli anni abbiamo avuto una fioritura di nuove possibilità per assumere la residenza sammarinese, e gli interventi legislativi hanno portato ad un abbassamento dei paletti per la concessione delle residenze, per cui penso che prima di procedere a qualsiasi modifica degli anni di dimora effettiva per l’acquisizione della cittadinanza, sarebbe stato necessario interrogarsi ed approfondire la tematica, tenendo conto anche del percorso di avvicinamento all’Unione Europea che San Marino ha avviato, che comporterà ulteriori modifiche alla nostra normativa, e considerare anche il fatto che l’accordo di associazione richiamerà la libera circolazione delle persone.

Ad oggi non siamo in grado di dire che cosa andremo a trattare con l’U.E. , non siamo in possesso di dati certi, anche se il Segretario Renzi dichiara sulla stampa che l’80% dell’accordo è pronto, ed è difficile anche intervenire a livello normativo perché dobbiamo capire in che quadro normativo ci andremo a collocare. Sarebbe forse stato più utile rinviare questo dibattito ad un momento successivo …..

Come indicato nella Relazione illustrativa al Pdl, esso recepisce infatti alcuni contenuti del PDL di iniziativa popolare presentato dalla Consulta dei sammarinesi residenti all’Estero in merito all’abbassamento del numero degli anni di dimora effettiva in territorio per ottenere la naturalizzazione e l’eliminazione della rinuncia alla cittadinanza d’origine per l’acquisizione della cittadinanza sammarinese; sul alcune proposte avanzate dal Comites il Governo ha trovato una mediazione ed in Commissione ha approvato un testo che stabilisce l’abbassamento del numero degli anni di dimora effettiva e continuativa nel territorio della Repubblica per ottenere la naturalizzazione da 25 anni a 20 per i cittadini stranieri, e da 15 a 10 per i coniugi di cittadino /a sammarinese o persona unita civilmente. La Democrazia Cristiana ha presentato un emendamento a questo proposito, respinto dalla maggioranza, per il mantenimento del requisito dei 25 anni di dimora continuativa in territorio per la naturalizzazione e 15 per il coniuge di cittadino/a sammarinese, perché riteniamo che per una piccola realtà come la nostra sia un requisito da salvaguardare.

Anche sul discorso della rinuncia si è svolto in Commissione un ampio dibattito tra tutte le forze politiche e sono emerse posizioni diverse anche all’interno della maggioranza; la Democrazia Cristiana, a conferma del proprio impegno a difesa del valore della cittadinanza, si è resa disponibile ad un confronto su possibili soluzioni per quanto riguarda l’eliminazione della rinuncia di cittadinanza d’origine per i nuovi cittadini sammarinesi, anche e soprattutto per una ragione di uguaglianza fra tutti i cittadini, mantenendo però invariato il tempo di acquisizione dello “status” di cittadino e cioè i 25 anni. In Commissione le forze politiche di opposizione non hanno fatto mancare il proprio contributo e sulla rinuncia hanno presentato un emendamento abrogativo dell’art. 2 comma 1 f), per cercare di andare incontro anche a sensibilità diverse, ma è stato respinto a maggioranza.

Le forze politiche di maggioranza su questo tema hanno preferito non decidere; approvando infatti l’emendamento all’art. 3 comma 1, porteranno da 1 a 5 anni dal giuramento, il termine per formalizzare in maniera definitiva la perdita di altre cittadinanze. Una mediazione tra le forze politiche di maggioranza, che su posizioni lontane, hanno tentato di accorciare le distanze tra loro; un accordo, e non una soluzione che ci avrebbe potuto fare quel passo in avanti per essere un paese moderno, attrattivo ed al passo con i tempi, e riconoscere un diritto a coloro che da anni vivono nel nostro territorio, adeguando il nostro ordinamento agli altri stati europei, pur salvaguardando le nostre peculiarità.

Evidentemente non siamo ancora maturi per effettuare scelte coraggiose e lungimiranti, ed abbiamo perso un’altra occasione per uniformarci a tanti altri Paesi nel mondo.

Grazie