CGG – Gian Carlo Venturini sulla Legge di bilancio di previsione 2018 e consuntivo 2016

15/12/2017

Eccellenze, Colleghi Consiglieri,
in questi giorni stiamo discutendo una delle leggi più importanti per lo Stato, ossia il Bilancio di Previsione per il 2018 ed il pluriennale 2018 – 2020, ed il consuntivo del 2016.

Consuntivo 2016 che chiude con un disavanzo d’esercizio di circa 5 milioni di €, un risultato che conferma il trend di stabilità del bilancio dello Stato che ha visto un consuntivo 2014 e 2015 chiudere in lieve attivo ed un 2016 con un lieve passivo dovuto alla crisi politica dello scorso anno che ha portato alle elezioni anticipate, non riuscendo così ad attuare tutti quegli interventi utili per raggiungere il pareggio di bilancio.

Cari signori, anche se in questi giorni qualcuno è in vena di autoproclami, questo risultato non è merito di questo governo, che ancor oggi ha fatto ben poco – un po’ in tutti i settori – cercando di gestire al meglio il quotidiano e, fra l’altro, anche con scarsi risultati.

A mio avviso, inoltre, con questa legge di bilancio stiamo tornando indietro di alcuni anni perché è una legge che non presenta proposte di prospettiva per il rilancio del Paese.

Direi che, più che una legge di bilancio, è un “rendiconto contabile” – come l’ha definita ieri sera il collega Capicchioni – ove si registrano solo le entrate e le uscite, si aumenta significativamente la tassazione e non si va ad incidere sugli sprechi.

Manca di interventi strutturali che possano garantire un consolidamento del bilancio e dei conti dello stato per il futuro.

Una legge che non dà corso alle tanto sbandierate promesse ed affermazioni che sono state ventilate un anno fa proprio in quest’aula, sempre in occasione della discussione della legge di bilancio previsionale 2017, dove molti consiglieri della attuale maggioranza si affannavano a dire che quella non era la loro legge di bilancio ma che la approvavano vista la contingenza, e ben presto sarebbero intervenuti nella legge di assestamento ed ancor meglio nella legge di bilancio per il 2018, con interventi e nuove idee atte a rilanciare l’economia del Paese e dare una prospettiva al Paese stesso.

Ebbene, cari colleghi della maggioranza, non c’è traccia di tutto questo né nella legge di assestamento approvata ad agosto, é in questa legge di bilancio che stiamo discutendo in questi giorni.

Anzi, come riportato nella relazione della Commissione di Controllo della finanza pubblica a pagina 30 e 31, “il debito pubblico segna un trend crescente, dove il rapporto Debito/PIL si attesta per il 2016 a circa il 19% mentre se si rivelassero fondate le informazioni quantitative, l’esplosione del debito pubblico potrebbe arrivare ad un rapporto Debito/PIL oltre il 50%”.

Ebbene, cari colleghi, queste cose devono fare riflettere tutti quanti.
Poco fa ricordavo che con questa legge di bilancio si torna indietro di alcuni anni, perché l’unica cosa che viene prevista è l’aumento della tassazione in generale e vengono introdotte imposte straordinarie rastrellando a destra ed a manca tutto quello che è possibile per cercare di raggiungere l’obbiettivo del pareggio di bilancio.

A questo proposito voglio ricordare che anche in passato si erano introdotte alcune imposte straordinarie “una tantum” ma che sono state interamente superate con l’approvazione della legge Tributaria del 2013, che ha consentito di raggiungere il pareggio di bilancio negli anni successivi, come si evince dai bilanci consuntivi 2014, 2015, ed in parte del 2016.

Oggi vengono riproposte la minimum tax, per le imprese già in difficoltà, si prevede l’incremento delle imposte di registro compresa l’imposta sull’intestazione sugli immobili, viene reintrodotta la Patrimoniale sui beni per di cui il Segretario Celli si affanna a dire che sarà più leggera della precedente, che ha dato un gettito di poco più di 11 milioni, mentre questa prevede di incassare 15 milioni.

A questo proposito dovremo vedere cosa prevederà nel decreto attuativo che predisporrà nei prossimi mesi visto che in questa legge non vengono definiti i criteri su come verrà applicata.

Ma, anche a questo proposito vorrei ricordare a quest’aula cosa diceva qualche anno fa il segretario Celli in un suo intervento quando si discuteva nel 2013 della patrimoniale che riporto integralmente:
Simone Celli, Ps: “L’esigenza riconosciuta da maggioranza e opposizione è quella del riequilibrio strutturale del bilancio dello Stato e i decreti sono frutto di questa esigenza. Servono 30/40 milioni di euro e per portare il bilancio a pareggio, occorre trovare risorse.

Si è deciso dunque di portare avanti politiche fiscali ma noi abbiamo una visione opposta. Intesa per il Paese ha sostenuto la contrarietà alle imposte straordinarie perché rappresentano una strada inadeguata a nostro avviso.

Le abbiamo valutate negativamente perché hanno un impatto pessimo sul piano economico e sociale.

Così oggi ribadiamo la nostra ferma opposizione all’imposta straordinaria sugli immobili.

Le conseguenze sulle attività economiche e sulle famiglie ci preoccupano e possono determinare effetti recessivi.

Non è la linea politica da seguire per tirare fuori il Paese dalla crisi economica.

Noi avevamo individuato un exit-strategy rispetto alla Patrimoniale…… ”.

Ebbene oggi prendo atto che per Celli queste affermazioni non sono più valide, oltre al fatto che ancora oggi non si capisce in cosa consisteva questa Exit-strategy, in quanto lo stesso Segretario avrebbe potuto introdurre nella sua legge di bilancio.

Ma veniamo alla legge di bilancio per il 2018, che oggi è in discussione in quest’aula.

Su questo fondamentale provvedimento legislativo si è sviluppato, anche in questi giorni, un notevole dibattito fra le organizzazioni imprenditoriali, le forze sociali e le forze politiche di questo Paese.

E’ emerso un po’ da tutti un giudizio negativo su questa proposta di legge.

li imprenditori la definiscono una legge finanziaria che pecca di veri intenti programmatici, che non risolve i problemi più urgenti del Paese e non si intravedono neppure piani di investimento in sintonia con le esigenze di sviluppo del paese e le istanze di modernizzazione provenienti dalle imprese”.

Giudizi, questi, piuttosto pesanti e significativi, tanto più se questi provengono dal mondo imprenditoriale che rappresenta il volano per l’economia del paese.

Ed ancora si registrano ritardi sul fronte della riforma pensionistica. Veniva richiesto di dare avvio alla riforma fin dal 2017, dopo le proposte presentate dal gruppo tecnico appositamente incaricato nella precedente legislatura, che ha ulteriormente aggiornato i dati in questi ultimi mesi e presentati anche ai gruppi consigliari e questo è certamente positivo, ma a tutt’oggi non vi è ancora una proposta di legge sulla quale avviare un confronto concreto su questa tematica con tutti i soggetti interessati, forze politiche e sociali ed imprenditoriali, ma il tutto è rimandato al prossimo anno, perdendo quindi altro tempo utile.

Non sono previsti significativi interventi sulle infrastrutture che dopo avere quasi azzerato la legge di spesa dello scorso anno dei 30 Milioni per gli investimenti in infrastrutture necessarie per il Paese, alcuni di queste vengono demandate alla finanza di progetto per non caricarle sul bilancio dello Stato, ma non sarà semplice trovare chi tirerà fuori 40-50 milioni senza avere qualcosa in cambio.

Allo stesso modo non sono previsti interventi significativi per il comparto turistico-commerciale che attraversa momenti di grande difficoltà, che ha necessita di interventi concreti per essere risollevato.

Nel bilancio previsionale dell’ISS è stato previsto un lieve aumento per il finanziamento della spesa sanitaria e questo è sicuramente positivo, ma dobbiamo essere consapevoli che se non si avvia una seria riflessione sull’Istituto Sicurezza Sociale individuando possibili aree di spreco, dovremo continuare ad aumentare tutti gli anni i trasferimenti dello Stato per garantire l’attuale welfare e stato sociale.

Inoltre, ci è stato detto che si vuole ridurre la spesa corrente del 10% in tre anni, per cui per il 2018 si dovrebbe ridurre del 2,5 % ma a tutt’oggi sono solo enunciati perché, di fatto, non sono state presentate proposte concrete per raggiungere questo obbiettivo.

Obbiettivo, quello della riduzione della spesa corrente, da conseguirsi per mezzo di una razionalizzazione delle uscite che, tuttavia, non dovrà assolutamente pregiudicare la qualità dei servizi erogati dallo Stato ai cittadini ed il necessario percorso di modernizzazione del Paese.

Il Governo deve responsabilmente cercare di mettere in atto interventi per sostenere e promuovere la ripresa ed incentivare gli investimenti degli imprenditori e, più in generale, l’adozione di provvedimenti orientati a rendere più competitivo il sistema sammarinese.

Il Paese ha bisogno più che mai di dare attuazione a progetti concreti, sia in ambito economico che istituzionale.

Credo – a questo proposito – che tutti quanti nei rispettivi ruoli, dovranno adoperarsi per approntare quegli strumenti e quegli interventi che saranno necessari, per affrontare queste situazioni con serietà, con competenza e nella consapevolezza che è in gioco il nostro futuro.

Se vogliamo realmente fare gli interessi di questo Paese dobbiamo anche assumerci tutti quanti le nostre responsabilità, pur nella diversità dei ruoli.

In conclusione, ritengo di poter affermare che il bilancio di previsione per il 2018, nel suo complesso risulta essere insufficiente e carente in diversi settori importanti per il Paese, come pure risulta carente sul piano degli interventi strutturali onde garantire anche per il futuro un consolidamento dei conti dello stato, in quanto è altre sì necessario proseguire nel percorso di ammodernamento e razionalizzazione delle risorse intrapreso in questi anni, al fine di liberare ulteriori risorse da destinarsi negli investimenti per infrastrutture, nel sociale e negli interventi a sostegno dell’economia.