Stefano Giulianelli interviene sul Decreto Delegato Ristori

25/03/2021

Il tema dei ristori a favore degli operatori economici è un problema complesso che ha provocato fin dall’emanazione del DECRETO – LEGGE n.63 del 2020 un acceso dibattito.

È ampiamente noto infatti che gli interventi di sostegno a favore delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori autonomi in generale, non sono contenuti soltanto nel Decreto n. 49 in ratifica quest’oggi, ma risalgono a quasi un anno fa, durante la prima ondata dell’emergenza sanitaria, quando il Governo emanò le prime misure allo scopo di arginare l’impatto devastante del covid sull’economia sammarinese.

Allora come oggi le polemiche furono tante. Le principali critiche al Decreto n. 63 scaturivano dall’evidenza che non erano state previste sufficienti risorse finanziarie per la copertura delle perdite subite dagli operatori economici.

Infatti, se si esclude il reddito minimo mensile pari a 580 euro a favore dei nuclei familiari residenti in stato di difficoltà economica e con insufficienti mezzi di sostentamento, nel DECRETO – LEGGE n.63 del 2020 non erano previsti contributi a fondo perduto sotto forma di erogazioni di somme di denaro.

Allora, la drammatica situazione delle finanze pubbliche permise comunque al Governo di attuare consistenti misure di intervento a sostegno delle imprese. Ricordo, tra le altre, le seguenti misure straordinarie: – la proroga dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2019 ed il conseguente slittamento dei termini per il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali; – la riduzione delle aliquote contributive ISS e FONDISS; – la cancellazione dell’imposta speciale sul reddito; – la disciplina agevolata sugli ammortamenti dei beni strumentali; – la deducibilità senza alcun limite di tempo e di importo della perdita fiscale 2020; – il credito d’imposta sugli affitti passivi; – la deduzione fiscale per aumento del capitale sociale; – la dilazione di pagamento per debiti iscritti a ruolo; – il rilascio di apposite garanzie sui finanziamenti concessi dalle Banche.

Senza dimenticare le misure straordinarie in materia di Cassa Integrazione Guadagni per la tutela dei lavoratori, previste in altri disposizioni normative emanate nel corso del 2020.

Con il Decreto n. 49 il Governo ha inteso intervenire ulteriormente a sostegno delle attività economiche colpite dalla crisi, questa volta con misure più massicce sotto il profilo finanziario, in considerazione delle disponibilità rinvenienti dall’emissione dei titoli del debito pubblico sul mercato estero.

All’articolo 1 del Decreto sono identificati i contributi a fondo perduto che interessano le imprese di ogni settore che hanno registrato una perdita di fatturato o dei corrispettivi superiore al 30%.  Tali interventi sono modulati in scaglioni che prevedono misure crescenti con l’aumentare della perdita di fatturato registrata nell’esercizio 2020 rispetto all’esercizio 2019.

Per beneficiare delle misure di sostegno, gli operatori economici devono essere in regola con il pagamento di contributi, utenze, imposte e tasse oppure devono aver definito un piano di rientro entro 60 giorni dalla data di scadenza per la presentazione dell’istanza; devono altresì non aver sospeso propria la licenza o attività professionale. I predetti requisiti devono permanere sino al 31 dicembre 2021.

Solo per gli alberghi, il parametro del fatturato è sostituito con quello della diminuzione delle presenze per pernottamenti nel 2020 rispetto al 2019.

Il decreto prevede la possibilità di presentare la domanda di accesso ai ristori entro il 16 Aprile (termine emendato al 30 Aprile) e rafforza i controlli in capo all’Ufficio Tributario sui dati del fatturato dichiarati dal contribuente.

Con un decreto composto da soli 14 articoli e una copertura finanziaria massima stabilita in 18 milioni di Euro, l’intervento messo in campo dal Governo sammarinese non ha nulla da invidiare agli interventi di sostegno messi in campo da stati come l’Italia, la Francia, la Germania e Inghilterra.

A differenza dell’Italia e in analogia a quanto avvenuto in Francia e in Germania, il sistema di ristori sammarinese garantisce una copertura universale a prescindere dal settore di operatività per le piccole e medie imprese; questo è un evidente vantaggio rispetto al sistema italiano basato sui codici ATECO. Il riferimento ai codici ATECO ha il vantaggio di minimizzare il rischio di dare contributi a imprese in perdita per motivi diversi dalla pandemia. Ha però il grande svantaggio di mancare di ristorare imprese altrettanto colpite dall’emergenza sanitaria ma non ricomprese in quel determinato codice ATECO.

In Germania, i beneficiari del contributo vengono identificati sulla base della perdita di fatturato di ogni mese in cui si fa richiesta rispetto a quello corrispondente del 2019, il che rende sicuramente il sistema tedesco maggiormente in grado di catturare l’andamento stagionale del fatturato delle imprese e quindi più rappresentativo, rispetto alla scelta del legislatore sammarinese, di basarsi solo sul dato annuale.

Sempre in Germania, per quanto riguarda l’ammontare dei ristori, viene fissata una proporzionalità rispetto ai costi fissi sostenuti e non alla perdita di fatturato, ad eccezione delle imprese soggette a chiusura dal 2 novembre 2020, per le quali il ristoro si basa sul ricavato del mese corrispondente nel 2019. La scelta dei costi fissi come base di calcolo al posto del fatturato garantisce al sistema tedesco sicuramente una buona rappresentatività rispetto alla stagionalità dell’attività economica, ma dall’altro potrebbe portare a premiare imprese inefficienti (ovvero quelle con costi fissi più alti).

Una caratteristica interessante del sistema francese rispetto a quello sammarinese è data dalla rappresentatività del periodo di tempo considerato per calcolare il valore della perdita, in quanto il mese da considerare del 2019 è quello corrispondente a quello in cui viene fatta la richiesta di contributo.

Il problema della rapidità/semplicità delle procedure sembra aver ispirato il governo inglese, il quale indennizza le imprese in funzione dell’affitto figurativo delle proprietà in cui è insediata l’azienda, oltre che della gravità delle restrizioni. Tale modello sembra essere in assoluto quello meno in grado di rappresentare la situazione economica dell’impresa in quanto l’utilizzo della variabile dell’affitto figurativo come base di determinazione del contributo non sembra in grado di garantire l’individuazione delle imprese che hanno subito danni economici per via della pandemia. Forse questo sistema presenta solo il vantaggio dell’estrema semplicità dal punto di vista della gestione amministrativa.

Come San Marino, anche Italia, Francia, Germania e Inghilterra hanno fissato dei limiti massimi di contributi ottenibili dalla singola azienda.

Il modello sammarinese dei ristori è perfettamente sovrapponibile a quello delle principali economie europee con l’unica, grande differenza che, attraverso la Banca Centrale Europea gli stati appartenenti all’Unione Europea possono beneficiare di una politica monetaria e vigilanza bancaria in grado di sostenere le proprie politiche economiche di ristoro.

“Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie. Il nostro impegno per l’euro non ha limiti” ha affermato Christine Lagarde, Presidente della BCE.

Nell’ambito del “Programma di acquisto per l’emergenza pandemica” del valore di oltre 1.850 miliardi di euro, la BCE ha mantenuto i tassi di interesse di riferimento su livelli storicamente bassi per fare in modo che il costo del denaro restasse contenuto.

I tassi incidono infatti sul costo del credito. Se i tassi sono contenuti, è più facile per individui e imprese ottenere fondi in prestito e questo incentiva la spesa e gli investimenti. Non solo, la BCE ha incrementato la liquidità che le banche possono ottenere in prestito, facilitato l’assunzione di finanziamenti alle imprese, allentato i criteri concernenti le garanzie e concesso maggiore flessibilità per quanto concerne le tempistiche, le scadenze e le procedure di vigilanza degli istituti bancari.

Tornando alla nostra realtà e al decreto n. 49, vanno evidenziati infine gli emendamenti che il Governo ha presentato, in sinergia con la maggioranza che li ha condivisi e supportati.

Si tratta di correttivi tecnici non solo formali ma anche sostanziali, ad ulteriore rafforzamento e chiarimento di un testo normativo che è stato oggetto di un intenso lavoro da parte degli staff tecnici delle segreterie Finanze e Turismo.

Tantissimi da gennaio sono stati i momenti di confronto politico e tecnico su questo Decreto, al fine di accogliere il più possibile le considerazioni provenienti dalle forze sociali e dalle categorie economiche.

Una volta che il Decreto sarà ratificato, sarà prioritario per l’Amministrazione Pubblica organizzarsi adeguatamente per farsi carico di ulteriori attività organizzative e procedurali, non solo allo scopo di evadere nei tempi prestabiliti le domande di accesso ai benefici ma anche allo scopo di contrastare fenomeni distorsivi.

La maggior parte delle nostre imprese, tantissime rimaste chiuse a causa dell’emergenza sanitaria nel corso del 2020 e purtroppo ancora chiuse in questa terza ondata della pandemia, hanno prodotto reddito, hanno garantito comunque un gettito fiscale certo per le casse dello Stato, hanno assicurato posti di lavoro.

L’unico vero e risolutivo ristoro per gli operatori economici sarà quello della certezza di una riapertura, della continuità del lavoro, del ritorno alla normalità quando il virus sarà sconfitto.