Revenge Porn – Introduzione del reato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti

16 Apr 2021

Un nuovo, importante traguardo di civiltà. Con il via libera in Consiglio Grande e Generale, è stato ufficialmente introdotto nel codice penale sammarinese il reato di revenge porn. Il revenge porn è l’odioso fenomeno che consiste nella “pubblicazione – o nella minaccia di pubblicazione, anche a scopo di estorsione – di fotografie o video che mostrano persone impegnate in attività sessuali o in pose sessualmente esplicite e in cui quello che si vede non era stato ritratto per essere mostrato in pubblico, e quindi senza il consenso della persona interessata, spesso in risposta alla chiusura di una relazione e dunque per vendetta di ex coniugi, compagni/e o fidanzati/e”. Per offrire una risposta concreta alle potenziali vittime (nella maggior parte dei casi donne) di questo crimine, i consiglieri del PDCS hanno elaborato e depositato il progetto di legge – successivamente approvato – che mira al riconoscimento e all’inserimento all’interno del codice penale sammarinese del reato di ‘revenge porn’. Il progetto è frutto di un lavoro accorato da parte del gruppo dei GDC (Giovani Democratico Cristiani), movimento giovanile del PDCS. “Si tratta di una figura delittuosa già prevista negli ordinamenti di Germania, Israele, Regno Unito, in 34 Stati federali degli Usa e, recentemente, introdotto anche nella vicina Italia. Con questo progetto – spiegano i GDC – abbiamo deciso di andare a colmare una lacuna del nostro codice penale, anche in relazione alla crescente diffusione del fenomeno connessa soprattutto alla presenza sempre più massiccia delle nuove tecnologie nelle nostre vite. Ringraziamo tutti i componenti dei GDC che con il loro aiuto hanno contribuito alla definizione e stesura della proposta e il dottor Marco Mularoni per l’essenziale supporto tecnico. Una conquista di civiltà importante. Il disegno di legge mira a punire gli autori di questi comportamenti, annoverando tra gli stessi non solo chi pubblica immagini o video privati aventi questo contenuto, ma anche chi li diffonde, prevedendo delle ipotesi attenuanti in ragione del rapporto esistente tra autore e vittima e della qualità del soggetto. “Un’attenzione particolare su questo disegno di legge andrebbe rivolto ai minori e agli studenti mediante un adeguato intervento educativo, nel convincimento che solo un uso consapevole di internet e dei social possa metterli a riparo dalle insidie dei social media e possa costituire efficace prevenzione e contrasto della fattispecie criminosa che deve essere prevista e punita dal nostro ordinamento”. La legge afferma quanto segue: “chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle rappresentate, è punito con la prigionia di secondo grado e la multa da 4 a 10mila euro. Si applica la prigionia di primo grado e la multa da 2 a 8mila euro, se il fatto è commesso da chi avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. Se i fatti indicati al primo comma sono commessi da chi è o era coniuge o persona che è o era legata da stabile relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici, si applica la prigionia dal secondo al terzo grado e la multa da 5 a 12mila euro”. Previste attenuanti nel caso in cui il reo abbia diffuso il materiale (senza averlo direttamente realizzato), mentre viene introdotta una aggravante nel caso in cui le persone coinvolte siano coniugi (o ex coniugi) o comunque tra loro legati da rapporti di affetto o ancora nel caso in cui la vittima del ‘revenge porn’ sia una persona in condizioni di inferiorità fisica e psichica o donne in gravidanza. A tal proposito la pena della reclusione potrà essere incrementata – su discrezione del Commissario della legge nei casi più gravi – fino ad un massimo di 6 anni, con una sanzione che andrà da 5mila a 12mila euro. La lotta al revenge porn (e all’uso scorretto e criminale dei social network) è anche soprattutto una battaglia di cultura. Proprio per questo, insieme al progetto di legge, è arrivato in Consiglio Grande e Generale un Ordine del Giorno con cui si impegna “il Congresso di Stato e, in particolare, la Segreteria di Stato Istruzione, Cultura, Università, Ricerca Scientifica, Politiche Giovanili, la Segreteria per la Giustizia, la Famiglia, la Segreteria di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale, le Pari Opportunità, la Previdenza e gli Affari Sociali, Affari Politici, l’Innovazione Tecnologica, e le Forze di Polizia, a promuovere una campagna informativa, di formazione e di sensibilizzazione specifica sul tema, attraverso la diffusione di immagini, messaggi, spot pubblicitari, nonché la realizzazione di iniziative a carattere istituzionale”.