Mariella Mularoni interviene in comma Giustizia: l’intervento completo

22/09/2020

Ringrazio le Loro Eccellenze per il messaggio rivolto all’aula consigliare, ed il Segretario di Stato per la Giustizia per l’approfondito riferimento.

Colleghi Consiglieri,

prima di qualsiasi considerazione sullo stato della giustizia, ritengo doveroso fare una premessa per capire perché oggi siamo a discutere di giustizia, e partire dagli eventi degli ultimi anni che hanno determinato questo stato delle cose. E’ un ambito su cui occorre intervenire per ripristinare un equilibrio che negli ultimi anni è venuto a mancare a seguito di provvedimenti assunti senza condivisione, che hanno generato una situazione di conflittualità altissima all’interno del Tribunale. Abbiamo assistito infatti a un prevaricamento di alcune funzioni che hanno favorito situazioni di conflittualità e portato ad un’alterazione delle singole competenze degli organi mettendo in discussione il principio della separazione dei poteri; per questo è necessario intervenire per ripristinare un equilibrio e trovare le soluzioni mettendo mano, anche all’ordinamento giudiziario.

Per meglio comprendere le vicende che riguardano tutte le questioni attinenti l’ordinamento giudiziario, è necessario fare un passo indietro a partire dalle vicende che hanno portato alla revoca della Dott.ssa Pierfelici dall’incarico di Magistrato Dirigente, il primo atto gravemente viziato la cui assunzione ha minato gli equilibri in Tribunale; ma anche all’apertura del fascicolo denominato “Caso Titoli”, l’istituzione della Commissione Consigliare di Inchiesta nel settembre 2019, per verificare le presunte responsabilità politiche e amministrative legate alla vicenda CIS……che al momento sta concludendo il proprio mandato e a breve conosceremo se effettivamente ci sono stati atteggiamenti e commistioni tra politica, potentati economici e magistratura, che possono aver  interferito sull’attività della vigilanza, ma non  solo.

E’ importante riflettere anche sulle azioni che il nuovo Governo ha messo in atto in questi primi mesi del 2020 per arginare una deriva caratterizzata da ILLEGITTIMITÀ’ ampiamente diffusa, che più volte è stata evidenziata negli organismi preposti, in Commissione Giustizia e in Consiglio Giudiziario Plenario, e che ha portato, nella passata legislatura, alcuni Consiglieri dell’allora opposizione  a denunciare e presentare esposti per informare la cittadinanza delle irregolarità che si stavano avvallando nel Governo! Ma nonostante le denunce di tutta una serie di abusi, il passato governo ha perseverato nel proprio obiettivo portandoli avanti ugualmente, a dispetto del rispetto delle leggi della Repubblica. E’ nota a tutti l’irritualità del percorso che ha portato alla nomina dell’ex dirigente del Tribunale Guzzetta, viziata dalla sua origine da una condizione di incompatibilità, condizione in cui, il prof. Guzzetta versava anche nel corso del suo mandato in seno al Collegio Garante della costituzionalità delle norme, in quanto era presidente del Consiglio di amministrazione di un società che esercita attività imprenditoriale;

Alcune segnalazioni sono state messe in evidenza dal Magistrato Dirigente nella Commissione Giustizia, Magistrato in seguito allontanato con revoca del proprio mandato nel Consiglio Giudiziario Plenario del 5 marzo 2018, sulla base di un elaborato OdG, non previsto dalla normativa vigente e pertanto illegittimo. Deliberazioni assunte con evidenti difformità anche rispetto agli standard internazionali, che solo ora, e per la prima volta, vengono invocati, mentre sono stati ignorati fermamente in precedenza, in forza dell’affermazione del principio maggioritario, che consente di imporre decisioni, a prescindere dalla legittimità delle stesse.

E’ nostro dovere, in virtù del servizio che prestiamo al Paese, intervenire su atti e fatti, reiterati anche nel tempo, che necessitano di essere approfonditi. Dobbiamo andare a fondo su tutti gli esposti fatti, per vedere se le violazioni denunciate trovano una conferma, o se ci siano stati degli illeciti, delle anomalie,nelle procedure ascrivibili alle condotte di qualche giudice. Abbiamo il dovere di chiarezza e giustizia verso la cittadinanza, anche per quel che riguarda il Conto Mazzini. Nelle ultime settimane siamo stati accusati ingiustamente dall’opposizione di voler bloccare questo processo. Grande falsità!

Il Processo Conto Mazzini deve avere il suo corso ed il Giudice d’Appello titolare del fascicolo è responsabile dei continui rinvii, di cui non si comprendono i motivi. Il Giudice d’appello Caprioli ha sospeso le udienze 1 anno fa per la mancata presa d’atto della graduatoria del concorso per due giudici d’appello,  dichiarando che “avrebbe fissato la data del Conto Mazzini in appello, solo quando saranno ricoperti i posti vacanti”… senza motivo, perché il carico di lavoro non era tale da giustificare un provvedimento di quella portata, ben sapendo tra l’altro che  in base al principio dell’intercambiabilità i posti tra i giudici, secondo leggi qualificate, possono essere ricoperti da altri a seconda della necessità. Da rilevare che il Giudice Caprioli era stato nominato nel gennaio 2018 per occuparsi prevalentemente del Conto Mazzini ed ha aspettato più di un anno e mezzo dalla sua nomina per dire che avrebbe rinviato il processo Conto Mazzini. Pensiamo a chi aspetta di avere l’appello dopo la sentenza di primo grado di giugno 2017!! Perché rallentare? Perché qualcuno non vuole che si proceda?? Non voglio pensare che sotto ci sia un disegno destabilizzante delle istituzioni, o un gioco politico, ma tutte queste domande, che anche i cittadini si pongono, devono avere una risposta.

Ulteriori vizi di legittimità li possiamo riscontrare anche nella procedura per il reclutamento di 2 giudici d’appello e la nomina della Commissione di concorso; la Legge Q. n. 145/2003 prevede che il reclutamento dei nuovi Magistrati debba avvenire in via preferenziale attraverso la carriera interna… con relazione motivata dal  Magistrato Dirigente su conforme parere del Consiglio Giudiziario. In questo caso venne aggirata completamente l’opportunità di rivolgersi ad un reclutamento per via interna e non si è neppure verificato se in Tribunale vi fossero soggetti idonei a ricoprire quel ruolo; il Prof. Barchiesi stava svolgendo proprio quelle attribuzioni. Se le motivazioni, addotte dal Prof. Barchesi nel ricorso amministrativo in cui ha richiesto l’avvio di una procedura di annullamento d’ufficio in autotutela degli atti, che hanno portato al reclutamento dei due Giudici di Appello, sono reali, lascia basiti e perplessi il fatto che siano state fatte valutazioni discutibili sui titoli e sulla specializzazione nella materia, con evidente disparità di trattamento.

Credo che solamente se riusciremo a fare chiarezza, ripristinando la legalità, oggi il nostro Paese potrebbe diventare più credibile. Abbiamo una grande responsabilità, di ritornare alla legalità e di fare funzionare il Tribunale! Non possiamo permetterci di avere un tribunale che non è più credibile, dove gli stessi Giudici fanno segnalazioni agli organismi internazionali perché loro stessi hanno perso la fiducia nella giustizia sammarinese. E’ una situazione che mi preoccupa in quanto il conflitto inizialmente tra giudici, poi all’interno del tribunale, ora arriva a coinvolgere l’istituzione della Reggenza, ed anche gli organi sovranazionali. Questo è un atto gravissimo! Ancor più gravi sono stati gli attacchi alla Reggenza, e per questo voglio esprimere solidarietà alle Loro Eccellenze per gli attacchi strumentali ricevuti attraverso la lettera inviata da alcuni Magistrati al Consiglio d’Europa, da parte di chi dovrebbe servire lo Stato! Un grave attacco al Paese, in quanto le Loro eccellenze sono i supremi garanti delle istituzioni. Questo stato delle cose ha condotto la maggioranza verso specifiche scelte legislative, ovvero la Legge Q. n.1 /2020, necessaria per dirimere le problematiche sorte in seno al Consiglio Giudiziario in seduta plenaria, in particolare sui dubbi interpretativi relativi alla corretta composizione del Consiglio Giudiziario Plenario; obiettivo della Legge Q. n. 1/2020 è stato solamente quello di ripristinare lo stato di diritto e ristabilire equilibri che erano stati violati e far sì che il Tribunale possa tornare ad essere operativo in una situazione di “normalità”, se così la vogliamo definire. Tutto questo è stato in seguito confermato dal parere “Pro Veritate” richiesto dalle Loro Eccellenze all’avvocato Presidente emerito della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, il quale afferma che quella era la giusta interpretazione che un “qualsiasi giurista avrebbe potuto e dovuto dare a un testo legislativo”.

In virtù di questo, dovremo ora dare avvio ad un forte lavoro di riforma per riscrivere un equilibrio tra i poteri, aggiornandolo anche alla luce delle richieste degli organismi internazionali, indispensabile per affrontare i tantissimi temi e le emergenze del Paese. Come forze politiche dovremo impegnarci per una riforma del sistema giudiziario e farlo con grande determinazione politica, ordine e responsabilità. Solo attraverso un confronto su tutti gli ambiti potremo aspirare ad una riforma con contenuti validi che garantisca in primis la credibilità del sistema giudiziario nel suo complesso, secondo gli standard internazionali a cui dobbiamo necessariamente attenerci pur tenendo conto delle nostre peculiarità e della realtà di un piccolo Paese. Non solo… Urge oggi una decisione immediata sulla nomina del nuovo Dirigente dopo le dimissioni del Commissario Pierfelici, professionalità che dovrà essere condivisa e nominata dal Consiglio Giudiziario plenario, come previsto dalla legge, una figura di equilibrio che possa finalmente porre fine alle diatribe interne al Tribunale.

Dovranno essere approfonditi tutti gli atti e le procedure deliberate nella passata legislatura rispetto alle quali sono state sollevate perplessità o ricorsi amministrativi, per chiarire definitivamente la regolarità, cercando ogni strada possibile per dare a tutti i soggetti coinvolti da tali deliberazioni, dignità e giustizia, al fine di ristabilire un clima di dialogo e di serenità all’interno del tribunale di San Marino, che sarà possibile solo riaffermando la verità dei fatti.