Maria Cristina Albertini interviene in CGG – 27.04.2021

27/04/2021

Grazie eccellenza,

Durante una delle mie prime sessioni consiliari, la sottoscrizione da parte di tutte i gruppi consiliari di un ordine del giorno volto alla sensibilizzazione di questa onorevole aula sulla problematica dell’accoglienza in repubblica di minori stranieri non accompagnati, impegnava il nostro governo ad attivarsi affinché’ fossero individuati percorsi , per garantire un contributo fattivo e costruttivo alle conseguenze sui minori che la crisi umanitaria in atto in alcuni paesi del nostro pianeta ha provocato.

Dai primi anni 90 l’aiuto umanitario ha dovuto affrontare un problema estremamente complesso, poiché’ nelle crisi umanitarie dovute a disastri o a conflitti armati la condizione di vittima porta con sé violazione dei diritti, violenza fisica ed anche discriminazione nella distribuzione dell’assistenza necessaria.

I civili sono fatti oggetto di attacchi ed abusi e quando i civili sono costituti da minori il coinvolgimento di tutti e la messa in atto di azioni di protezione e tutela diventano obbligo di ogni paese che fa della difesa dei diritti umani un fondamento della propria identità.

Da alcuni mesi già alcune associazioni non governative a livello internazionale hanno provveduto a sollecitare le istituzioni comunitarie affinché’ sensibilizzassero gli altri stati membri ad adoperarsi in aiuto di questa categoria di minori abbandonati ad un destino di solitudine e reclusione in strutture che non offrono certamente condizioni di vita dignitose e protette, che talvolta sfociano anche in episodi di maltrattamento e violenza.

Il diritto internazionale indica come minore non accompagnato un minore privo di assistenza, privo di genitori o adulti per lui o lei per esso legalmente responsabili.

È facile intuire come tale tipologia di individui costituisca la parte più disperata e bisognosa della nostra umanità.

Questi bambini rappresentano la vulnerabilità elevata all’ennesima potenza; perché’ sono minori innanzitutto, sono stranieri, perché’ non sono affiancati da figure genitoriali e perché’ costretti a proiettare la loro esistenza in una terra di cui molte volte non conoscono nemmeno l’esistenza, quindi lontani dalle loro origini.

Origini radicate in paesi in cui ogni diritto umano viene calpestato e le conseguenze più pesanti sono quelle che subiscono i minori il più delle volte reclusi in campi profughi in cui le condizioni da quelle igienico – sanitarie a quelle sociali e morali non sono minimamente adeguate alla crescita di queste creature a causa del sovraffollamento e della mancanza di un percorso strutturato di istruzione ed educazione.

Sono i minori di cui al colloquio che proprio ieri i nostri capitani reggenti hanno riferito al santo padre, particolarmente sensibile a questo istituto a questa accoglienza e al metodo che anche la repubblica predilige, dei corridoi umanitari, di cui al percorso già sperimentato con la comunità di sant’Egidio.

Possiamo bene immaginare come la pandemia abbia ulteriormente influito in maniera negativa sulle condizioni di vita di questi ragazzi.

I flussi migratori di minori stranieri non accompagnati verso l’Italia ed in genere l’Europa rappresentano anche per san marino la ragione affinché’ possa essere regolamentato un istituto che consentirà di offrire loro supporto morale e materiale.

Non è pertanto difficile di fronte a tali situazioni non metterci la testa ed il cuore, soffermando la nostra attenzione sull’essere umano a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, dalla lingua e dal paese di provenienza.

Grazie alla collaborazione della direzione affari giuridici del dipartimento affari esteri, del tribunale, del servizio minori e di altri servizi del settore pubblico allargato si è giunti al completamento di un progetto di legge che dimostra come la nostra repubblica offra sempre il proprio contributo con celerità e grande senso di responsabilità ad interventi di umana solidarietà.

Il progetto di legge relativo all’affido di minori stranieri non accompagnati presentato oggi in prima lettura nasce proprio dall’esigenza di normare un istituto delicato ed importante per la serie di passaggi e adempimenti che san marino non aveva ancora previsto in dettaglio, ai sensi della normativa vigente ed in ottemperanza ai disposti internazionali, in primis la convenzione sui diritti del fanciullo del 1989.

Tale progetto mira ad accompagnare tali minori in un percorso di inserimento all’interno di un ambiente familiare adeguato, in grado di offrire loro tutela morale e materiale, requisiti fondamentali per una crescita armoniosa.

Tale normativa riguarda minori che non possiedono la cittadinanza sammarinese né quella di altro paese europeo e che, a causa della loro condizione dovuta all’abbandono e trovandosi a vivere talvolta anche in situazioni drammatiche di violenze e conflitti, possono essere accolti in repubblica.

Ruolo fondamentale nella procedura di affido è quello svolto dalle associazioni autorizzate che possono essere sia straniere che sammarinesi, pur nella consapevolezza che l’associazione medesima deve possedere requisiti di formazione ed esperienze consolidate.

Tali associazioni sono infatti chiamate a fornire una prima assistenza e protezione ai ragazzi che sono collocati negli hotspot nelle strutture di accoglienza, quindi prima che i minori vengano affidati a coloro che, in possesso dei requisiti richiesti, vogliano farsi carico dell’affidamento di questi bambini.

A tal scopo sono infatti richiesti requisiti atti a selezionare la tipologia di affidatari che per età anagrafica e capacità economica possa garantire, nel limite del possibile, una tutela ed una protezione morale unitamente alla sicurezza economica che possa garantire soprattutto un percorso educativo e formativo.

L’affidamento è consentito quindi al singolo o ai coniugi in possesso di cittadinanza sammarinese o residenza in repubblica che abbiano compiuto il 25imo anno e superato il minore di almeno 18 anni; occorre non superare il 50imo anno d’età, essere in grado di mantenere economicamente il soggetto preso in affido, provvedere alla sua educazione e percorso formativo e, quando possibile, sia disponibile al mantenimento dei contatti fra il minore e la sua famiglia d’origine.

Il progetto di legge prevede dunque tutta una serie di disposizioni normative in materia di emanazione del decreto di idoneità, istituzione di un ufficio preposto, disposizioni in materia di contributi previdenziali, economici e sociali.

Mantenendo fede al nostro radicato senso di solidarietà e animati dal desiderio di rappresentare un piccolo barlume di speranza per tutti i minori che si vedono privati dei diritti essenziali alla vita invito tutti i consiglieri ad accogliere positivamente tale progetto di legge che permetterà al nostro piccolo stato di fare la propria parte nel contesto europeo e internazionale.