Giovani e politica: la forma più nobile di attivismo è quella che non chiede niente in cambio

19 Apr 2021

Intervista a Vasilis Kesidis (EDS)

Per prima cosa ti chiedo di presentarti ai nostri lettori: chi sei e qual è il tuo ruolo all’interno dell’EDS?

“Innanzitutto vorrei augurarvi in bocca al lupo per questo progetto e ringraziarvi per la vostra ospitalità, ma specialmente per l’invito da parte dell’amico, il presidente dei GDC Lorenzo Bugli, con il quale condivido molti ideali fin dall’inizio della nostra conoscenza ed amicizia. Per rispondere alla domanda: sono uno studente della Scuola Filosofica di Atene, laureato in Lettere e Linguistica dal programma Erasmus presso l’Università di Padova, con esperienza di lavoro nel settore marittimo dopo essermi laureato nel settore dell’Economia ed Amministrazione Marittima. Attualmente mi trovo a Bruxelles dove lavoro per il Parlamento Europeo e studio presso l’Università Libre di Bruxelles durante la mia mobilità Erasmus sul campo di studio di Linguistica e delle Lingue Romanze. Sono eletto per il mio secondo mandato come vice presidente, dopo aver completato il mio mandato come responsabile del gruppo lavorativo per le Elezioni Europee del 2019 avendo introdotto per la prima volta il ruolo degli ambasciatori per ogni stato membro. In virtù di questo incarico, ho avuto la responsabilità di presentare ed annunciare l’elezione dei GDC come nostro membro e di appurare la dedizione di questo movimento giovanile rispetto agli ideali europei e nella politica giovanile. In più sono responsabile per le relazioni con gli Stati Uniti e per le comunicazioni dell’organizzazione, inclusi i social media. Contemporaneamente copro il ruolo di Segretario Internazionale presso l’ufficio esecutivo e sono membro eletto del comitato centrale del giovanile del partito di maggioranza del Governo greco, «Nuova Democrazia», guidato dal Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis”.

Quale dovrebbe essere a tuo avviso il ruolo dei giovani nello scenario politico europeo e internazionale?

“Su questo argomento si potrebbe scrivere un intero libro; è una domanda che mi pongo da sempre, cercando di trovare una risposta a questo quesito: «Se non noi, chi?». Il ruolo dei giovani nello scenario politico europeo ed internazionale deve essere basato sull’innovazione. Non è più possibile andare avanti con la stessa mentalità del secolo scorso. La gente ha bisogno di persone oneste capaci di parlare in maniera diretta di problemi che coinvolgono tutti, senza egoismi. Occorre senso pratico: quel che è fattibile lo si deve fare, quello che è impossibile non può piovere dal cielo. La politica deve essere affrontata come un hobby caratterizzato però da una grande professionalità, e questo deve essere il ruolo cruciale dei giovani: non agire come impiegati ma servire le istituzioni e la democrazia. La politica non è tradizione, gli ideali però lo sono, specialmente quelli democratico – cristiani. Accanto alla nostra tradizione e alla nostra storia dobbiamo rinnovare la nostra immagine con quel tocco innovativo. L’innovazione non è solo un privilegio della sinistra. Un essere umano può ragionare su di tutto, ma deve presentarsi chiaramente con quelle che sono le sue intenzioni e il suo passato avendo il viso pulito e senza vendicarsi per qualsiasi decisione ha preso o desidera prendere, ma nello stesso momento riconoscendo e prendendo atto di potenziali sbagli. Il ruolo dei giovani è assolutamente indispensabile per avere continuità in un mondo che guarda al futuro”.

Cosa ti sentiresti di dire a quei giovani che guardano alla politica con sospetto e indifferenza?

“Purtroppo la politica viene vista con uno sguardo non adatto, uno sguardo che non merita, ovvero come se fosse un lavoro: cosi si aggiunge il sospetto e l’indifferenza. Oggi abbiamo bisogno più che mai di interpretare e vivere la politica come una forma di attivismo. In questi anni i nostri partiti hanno lavorato molto su questo aspetto, ma magari non sono riusciti a promuoverlo nel modo giusto, essendo più focalizzati sugli aspetti concreti, sul ‘fare’. Dunque la domanda è: dobbiamo pubblicizzare ogni cosa che facciamo? Assolutamente no, ogni atto ha la sua modalità di comunicazione. Allora affrontiamo l’oggi, e il futuro rispettando il passato, consapevoli di dover portare i nostri ideali nel mondo di domani, costruendo un sistema ideale per realizzare i sogni di ogni giovane. Essere giovani è un privilegio, che dipende non tanto dall’età anagrafica ma dalla mentalità, un privilegio che può essere sfruttato in tanti modi ma sempre tenendo conto dei possibili svantaggi e stereotipi che ogni società possiede. L’attivismo ha una forza di azione enorme, può permetterci di aiutare fasce sociali deboli o su categorie con speciali esigenze, con semplici atti a supporto della comunità, del Paese e dell’economia locale, come state facendo voi a San Marino, creando relazioni mercantili con paesi vicini e promuovendo nuove collaborazioni. Ma la forma più nobile di attivismo è quello che portiamo avanti senza avere l’esigenza di essere ricambiati, attivismo è l’aiuto quotidiano, attivismo è ottimizzare ogni atto”.

Puoi dirci qualcosa di più sul progetto BullsEye?

“Abbiamo il vantaggio di essere l’unica organizzazione ad avere il nostro magazine

ufficiale con una storia di sessanta anni, quindici editori con più di ottanta edizioni pubblicate. Affrontiamo i temi più disparati: politica, società, educazione, e novità attuali da tutta l’Europa ed oltre. E’ un progetto sponsorizzato dal programma Erasmus. Praticamente pubblichiamo un’edizione per Council Meeting, includendo interviste e ricerche. A volte queste pubblicazioni si possono usare persino come materiale accademico. Vi invito a leggerle tramite il nostro sito. Per concludere, voglio sottolineare che è un grande piacere contribuire al vostro progetto e vorrei farvi sapere che sarò sempre vicino alla vostra organizzazione dal momento che mi sento uno di voi! Continuate con AZIONE!”