CGG – Gian Carlo Venturini su dimissioni Claudio Felici

21/10/2014

Eccellenze e colleghi Consiglieri, affrontare un tema come quello delle dimissioni di un collega è sempre un qualcosa di non facile sia sul piano politico, sia sul piano personale che dell’amicizia che accomuna tutti, soprattutto quando si lavora fianco a fianco e si cerca, ciascuno per le proprie competenze, di lavorare assiduamente con impegno e senso di responsabilità nell’intento comune di superare le continue emergenze che il nostro paese si è trovato ad affrontare in questi quasi due anni di attività.

Basti ricordare l’inizio di questo governo dove San Marino pur avendo avuto riconoscimenti a livello internazionale in merito agli interventi posti in essere sul piano degli adeguamenti del nostro Paese agli standard internazionali, l’Italia ancora non avviava l’iter di ratifica dei vari accordi sottoscritti, percorso conclusosi solo recentemente con la ratifica degli ultimi.

Unitamente alla ratifica di questi accordi, sul piano interno, si è dovuto far fronte a numerose difficoltà sia sul piano normativo che economico, il bilancio dello Stato che ha dovuto fare i conti con gli interventi di spending review per mettere in sicurezza i conti pubblici, la riforma fiscale dello scorso anno, ed i problemi giudiziari che hanno travolto diversi esponenti della politica sammarinese.

Ho voluto ricordare alcune delle delicate problematiche che questo governo fin dalla sua costituzione ha dovuto affrontare e dove ciascuno di noi, per quanto di competenza, ha cercato di fare la propria parte.

Per queste ragioni, mi sento in dovere di ringraziare Claudio Felici per l’impegno profuso nel suo lavoro di Segretario alle Finanze ed il senso di responsabilità che anche in questa circostanza ha dimostrato nei confronti di tutti noi e del paese.

A questo proposito va ricordato che Claudio Felici si è dimesso nonostante ancora sia da verificare il tutto sul piano giuridico non essendo ancora stati richiesti dalla magistratura eventuali chiarimenti, nel cui ambito qualora richiesto avrà la possibilità di fornire eventuali elementi in merito; tuttavia come lui stesso ribadisce nella sua lettera di dimissioni e ne riporto integralmente un passaggio particolarmente significativo “in considerazione del momento particolarmente difficile del Paese, della propria condizione economica e del proprio equilibrio sociale, con la difficoltà con cui non si riesce a trasmettere con certezza la prospettiva del futuro sviluppo, in una condizione di forte distacco, sospetto e diffidenza dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, chi ricopre ruoli di rilievo e responsabilità di membro di governo ha il dovere e la responsabilità di rimuovere ogni elemento
perturbatore rispetto al legame di rappresentanza e ancor di più di fiducia istituzionale con i cittadini”.

Pertanto in questo momento ritengo siano queste le motivazioni che sono alla base delle sue dimissioni, perché fino a quando non viene dimostrata la colpevolezza dei fatti contestati va rispettata la presunzione di innocenza per ogni persona coinvolta in indagini della magistratura; questo suo gesto ha consentito di trasformare quello che avrebbe potuto essere un momento di divisione e di confusione in un motivo di grande senso di responsabilità verso tutti noi e d il Paese, in quanto prima di tutto c’è un Paese da sostenere, che ha bisogno di un governo determinato nel ricercare con ogni mezzo la strada della ripresa e dello sviluppo sotto tutti gli aspetti in primo luogo quello occupazionale, per dare quella speranza e quelle risposte che i cittadini e la gente in generale chiede con forza superando l’attuale momento di grande difficoltà.

Difficoltà che è contraddistinta in questo momento anche da una pesante e delicata questione morale, quello che è accaduto negli ultimi mesi che ha portato ad inchieste ed arresti, parla di un contagio grave che ha raggiunto tutti i gangli della vita sociale e istituzionale di questo Paese.

Diverse persone si sono poste la riflessione: “non potevate non sapere”, non prendiamo in giro il paese, dobbiamo avere il coraggio di dire che il processo di cambiamento quando è cominciato è stato fortemente ostacolato, ma è andato avanti lo stesso

Ci sono stati fatti nella vita di questo Paese dai quali è necessario prendere le distanze, fatti che hanno coinvolto il sistema economico, politico e sociale del Paese, procurando innegabili ripercussioni che a tutt’oggi stanno compromettendo la credibilità della politica. Il lavoro della Magistratura, che prosegue in piena autonomia, testimonia il processo di cambiamento intrapreso.

Per queste motivazioni è doveroso, quindi, concentrare lo sforzo delle parti interessate affinché eventuali distorsioni e/o danni siano prontamente individuati e affrontati con determinazione e imparzialità.

Occorre, a mio avviso, operare una convinta ed approfondita analisi dei meccanismi decisionali pubblici relativi ai vari settori dell’economia e della società al fine di impostare un sistema di gestione della cosa pubblica che – oltre a contrastare ex post i fenomeni corruttivi anche in forza degli strumenti recentemente introdotti per rendere più penetrante ed efficace l’azione della Magistratura quali la Legge n.100/2013 sul sequestro e confisca penali ed il Regolamento 10 giugno 2014 n.4 che ha definito il percorso normativo necessario per l’uso delle intercettazioni telefoniche ed ambientali – sia in grado di prevenirli efficacemente intervenendo ex ante; ciò in quanto l’assetto attuale relativo all’adozione delle scelte di indirizzo e decisione a livello politico ed alla conseguente adozione di atti di gestione amministrativa ha mostrato una vulnerabilità a fenomeni corruttivi e ad influenze esterne estranee alla logica di una azione amministrativa efficace, efficiente, economica ed imparziale.

E’ opportuno, quindi, stimolare il percorso già avviato di introduzione di norme di valutazione del rischio di corruzione e di adozione dei conseguenti strumenti e tecniche di monitoraggio ed intervento, di revisione dei procedimenti amministrativi maggiormente suscettibili al fenomeno corruttivo e di adozione di una specifica normativa in materia di integrità e condotta dei membri del Consiglio Grande e Generale e del Congresso di Stato, analogamente a quanto recentemente fatto per i pubblici agenti con la Legge 5 settembre 2014 n.141 “Codice di condotta per gli agenti pubblici”.

Lo sviluppo economico e sociale di San Marino deve, necessariamente, impostarsi sulla trasparenza e sulla legalità e deve poter contare su provvedimenti legislativi progressivamente in linea con gli standard globali in materia di lotta per la legalità e di repressione della criminalità.

In questo ambito, l’azione sinergica e determinata del Governo, del Consiglio Grande e Generale, delle Forze dell’Ordine, della Magistratura e di ogni singolo cittadino, è l’unica sicurezza per affrontare responsabilmente e validamente le distorsioni presenti, ma soprattutto l’unica opportunità per disincentivare e prevenire eventuali comportamenti e azioni non in linea con il percorso di legalità che il Paese sta perseguendo.

Ogni atto deve rispondere all’irrinunciabile ed esclusiva esigenza di favorire “la cultura della legalità e della trasparenza”: solo così la politica si pone concretamente e realmente al servizio del Paese.

È su questa ferma convinzione che il Governo, nelle priorità della propria azione politica, ha sostenuto iniziative legislative importanti e lungimiranti che ci consentono – oggi – di affrontare con adeguati mezzi e strumenti ogni tipo di eventualità, ma specialmente ci collocano in una posizione virtuosa e apprezzabile.

La piena fiducia nella competenza, obiettività e imparzialità nonché nell’esclusiva soggezione alla legge della Magistratura rappresenta una condizione essenziale per garantire che le vicende giudiziarie in corso – estremamente rilevanti, delicate e di forte impatto sociale – possano essere affrontate con equilibrio e rispetto per tutte le parti interessate.

Facendo la necessaria chiarezza, che tutti i cittadini richiedono a gran voce in questo particolare momento ed alla luce delle ultime vicende, auspico come Segretario di Stato alla Giustizia, che la Magistratura possa proseguire nel proprio lavoro con la massima serenità, tempestività ed autonomia di giudizio, nel rispetto, ovviamente, dei diritti degli indagati di difendersi nel processo e con gli strumenti previsti dall’ordinamento.

La fiducia nella Magistratura e il convinto riconoscimento dell’indipendenza della stessa costituiscono, infatti, un requisito imprescindibile per proseguire nel percorso di trasparenza e rigore intrapreso dal nostro Paese.

L’attenzione sulla questione morale che è, e deve sempre essere, alla base dell’azione quotidiana che ciascuno di noi deve anteporre al proprio agire a qualsiasi livello, dal semplice cittadino ed ancor di più da chi ricopre cariche pubbliche.

In questo particolare momento ed in questi mesi il Paese deve affrontare degli impegni e delle scadenze importantissime e fondamentali per il futuro del Paese, la messa in sicurezza dei conti pubblici e quindi la prossima legge di Bilancio, nuovi accordi con l’Italia e internazionali in ambito finanziario e scambio di informazioni, il processo di integrazione Europea, sono tutti elementi ed interventi che necessitano approfondimenti decisi e valutazioni rapide per cui è quantomeno inopportuna una crisi politica che rallenterebbe irrimediabilmente tali scelte fondamentali per il futuro del paese.

L’indicazione del collega Capicchioni, al quale vanno gli auguri di un buon lavoro, conferma il giudizio che ha guidato il suo partito nell’indicarLo,  privilegiando l’aspetto tecnico e conoscenza del settore, volto prioritariamente a portare il massimo impegno nell’affronto dei problemi urgenti che riguardano il Paese.