Aida Maria Adele Selva interviene in Consiglio Grande e Generale 22.11.2021

24/11/2021

Grazie Eccellenze,

alcune brevi riflessioni.

Il 20 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Infanzia, nel 62 esimo anniversario dell’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti del fanciullo (1959), il primo documento dell’ONU pensato per tutelare i più piccoli. Sono passati oltre trenta anni dall’adozione della Convenzione (1989) ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, che per la prima volta ha riconosciuto i bambini come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.

Ma a che punto siamo con la tutela dei minori?

I dati non confortano nel mondo, più di 400 milioni di bambini e bambine vivono in aree di conflitti, i bambini sotto i cinque anni sull’orlo della fame sono circa 5 milioni e mezzo.

Per 1 bambino su 3 l’infanzia è un diritto negato. Sono ancora troppi i minori che muoiono per malattie curabili, che non hanno cibo, non possono andare a scuola o sono costretti a lavorare. Per non parlare della violenza sui bambini e sugli adolescenti, bambini torturati, seviziati, uccisi. Quando si leggono queste notizie sui media, angoscianti e vergognose, non si può non testimoniare, dobbiamo farci interrogare, oserei dire assillare da queste storie, dobbiamo provare orrore.

I dati infatti sottolineano la necessità di un impegno universale per la tutela dei diritti inviolabili di ragazzi e bambini, di mettere al centro di ogni attività umana il prevalente interesse dei bambini.

Indicano l’importanza di perseguire gli impegni presi ed aumentare gli sforzi fatti fino ad ora per proteggere i diritti dei bambini nel mondo, diritti che ancora oggi sono particolarmente a rischio.

Non ci si puo’ abituare alla violenza. Di strada se ne è fatta tanta, di consapevolezza ne esiste molta oggi, ma non basta, si deve maturare ancora verso una più grande presa di coscienza di ogni genere di violenza.

Giovedi prossimo 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Un fenomeno che purtroppo permea ancora le nostre società a tutte le latitudini.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani.

Diritti inscritti nella natura stessa di ogni essere umano e che nessuno dovrebbe violare, neanche lo Stato, perché i diritti sono inerenti agli esseri umani ovunque, indipendentemente dal luogo, dalle loro tradizioni e dal loro credo. I diritti umani sono prerogativa di ogni singolo individuo, sono alla base dell’esistenza umana e della convivenza.

Il 27 marzo 1958, alla commemorazione dei dieci anni di esistenza della Dichiarazione Universale dei diritti umani, Eleanor Roosevelt si chiedeva “E dove incomincia l’applicazione dei diritti umani universali? In piccoli luoghi, vicino a casa – tanto piccoli e tanto vicini da non poter essere visti in nessuna mappa del mondo. Nel mondo di ogni persona, individualmente. Nel quartiere in cui vive, nella scuola o nell’università in cui studia, nella fabbrica, ufficio o fattoria dove svolge il suo lavoro. Questi sono i luoghi dove ogni bambino, ogni donna, ogni uomo ha diritto ha uguale giustizia, uguali opportunità, uguale dignità senza discriminazione. Se i diritti umani non sono rispettati lì non potranno esserlo da alcun’altra parte”.

Risposta ancora piu’ che mai attuale e profondamente vera, è nell’esercizio del rispetto della dignità di chi ci sta accanto che si inizia a combattere anche la violenza contro le donne. Una violenza, fisica, sessuale, psicologica ed economica, che troppo spesso sfocia nel femminicidio.

Auspico vivamente che queste giornate celebrative possano infondere nuova energia ai nostri tentativi di migliorare dove si è fallito o mancato, senza arrendersi mai.