Accordo approvvigionamento energetico

4/01/2021

L’approvvigionamento energetico è tema fondamentale per San Marino, oggetto di mesi di negoziato con l’Italia. Il rinnovo di dieci anni, sottoscritto sul filo di lana, non era scontato. Pare anzi che all’inizio della trattativa si parlasse di accordo quinquennale, limitante sugli aspetti progettuali che il Titano ha in animo di mettere in campo.

Di fatto, San Marino può continuare a rifornirsi di energia elettrica dall’estero – nello specifico dalla Francia – coprendo da una parte il fabbisogno interno e, dall’altra, reinvestendo i guadagni derivanti dalla vendita dell’eccedenza in progetti territoriali nel solco della sostenibilità ambientale.

“Ci abbiamo lavorato tanto” – “un lavoro di mesi, di carattere politico e tecnico. L’accordo è arrivato il 31 dicembre, ultimo tempo utile. Siamo soddisfatti sia perché quella firma testimonia gli ottimi rapporti con l’Italia, sia per le questioni che siamo riusciti a mettere in maniera oggettiva sui tavoli negoziali”.

L’utile dipende fortemente dai prezzi di acquisto e vendita. Le condizioni di mercato sono cambiate e il ritorno economico si è ridotto negli anni.

Nell’accordo con l’Italia sono stati rivisti i quantitativi di megawatt concessi alla Repubblica: dai precedenti 54 si è passati a 47. Numero che, sebbene ridotto, garantisce comunque importanti benefici – assicurano dal Governo – a fronte di un fabbisogno interno tra i 25/30 megawatt.

“I tempi e le condizioni sono mutate, quindi quella leggera flessione portata verso il basso non ci preoccupa, è anzi un ottimo risultato visti i presupposti”. Il rinnovo dell’accordo evita inoltre alla Repubblica di intervenire sulle tariffe dell’energia elettrica.

“Ci garantisce di mantenere un equilibrio stabile sul costo per le utenze” – commenta il Segretario. “Era un obiettivo e lo possiamo mantenere. Anche in questo caso possiamo definirci molto soddisfatti”.

Rimane aperta, invece, la partita sui costi di trasporto. Continua l’attività negoziale per fare riconoscere a San Marino – così come avviene con altri piccoli Stati – costi ridotti rispetto ad una voce rilevante in quel tipo di scambio. “Abbiamo dei margini sui quali continuare a lavorare”.