25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne “Vietato tacere ed arrendersi”

25/11/2020

Vietato tacere ed arrendersi di fronte alle notizie della cronaca quotidiana sulle donne vittime di violenza in ogni parte del mondo.

Alla violenza, ad ogni genere di violenza, è vietato arrendersi.

Tenere alta l’attenzione, denunciare, ricordare, sono un dovere civile ed un vaccino contro l’indifferenza, la rassegnazione, i pregiudizi o una certa stanchezza. Davanti all’assurdità di certi comportamenti, di fronte a condotte che ledono i diritti fondamentali della persona, non si può tacere.

Non si deve nemmeno ignorare, o sottovalutare il problema, ma è necessario invece intervenire, innanzitutto per proteggere la vittima, per evitare che la situazione degeneri e gli eventi precipitino e succeda l’irreparabile.

Per contrastare queste forme di violenza occorre però affrontare il fenomeno in tutti gli aspetti e aiutare così le donne a conoscere i loro diritti, le forme di tutela, le modalità per proteggersi da un punto di vista fisico e psicologico.

Ancor meno può esserci un approccio giustificativo che attenui la gravità di certi comportamenti perché siamo di fronte a reati inaccettabili.

Il grado di civiltà della nostra convivenza civile si misura dal modo in cui si trattano i più deboli, i bambini, le donne, gli anziani e i malati. Una società che voglia reputarsi civile, progredita e democratica non può tollerare che la dignità umana sia insultata e calpestata.

Purtroppo i dati relativi a questi fatti ci dicono che le leggi, per quanto perfette, non bastano da sole a prevenire e combattere il fenomeno della violenza in generale, e contro le donne in particolare. La sfida è culturale e, perciò, è la più difficile da combattere, ma non ci si può arrendere.

Si tratta cioè di fare in modo che i diritti fondamentali della persona non restino scritti sulla carta, ma diventino una parte viva della nostra coscienza. Abbiamo bisogno in tal senso di rifondare ambiti come la famiglia, la scuola, le istituzioni stesse, per dimostrare che l’amore non è possesso, non è prevaricazione, ma affermazione dell’altro.

Il magistrato Giovanni Falcone diceva: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. C’è bisogno dunque di altre donne e di altri uomini che mantengano alta questa tensione morale. Solo così nessuna persona, e nessuna donna in particolare, potrà non sentirsi abbandonata.

 

Ufficio stampa PDCS